I motori di ricerca non mostrano più liste di link: sintetizzano, rispondono, decidono cosa conta. E questo sta riscrivendo le regole del gioco per ogni business online. Si tratta della fine del traffico sui canali digitali, per come lo conoscevamo.
Dalla SEO alla GEO: il nuovo algoritmo invisibile che decide chi esiste online.
I generative engines - ChatGPT, Perplexity, Google AI Overview - non “mostrano risultati”: li sintetizzano.
Assorbono contenuti da centinaia di fonti, li mescolano e rispondono direttamente all’utente:
riducono drasticamente il traffico diretto verso i siti, perché l’utente non deve più cliccare
forniscono risposte conversazionali personalizzate, basate su molteplici fonti
compaiono già nel 13%+ delle ricerche come AI Overviews (Semrush 2025)
Nel frattempo il CTR organico medio è crollato dal 7.3% al 2.6% in un solo anno (Ahrefs) — un dato pesante riportato a pagina 5 del documento.
Tradotto: la SEO tradizionale non basta più. Non è più una guerra per il posizionamento; è una guerra per essere citati dalle AI.
Il traffico sta evaporando: meno click, più risposte “chiuse” ed enormi bias verso media autorevoli.
Gli AI Engines preferiscono i contenuti di terze parti autorevoli rispetto ai contenuti del brand.
65% earned media
15% brand content
Un ribaltamento totale rispetto al motore tradizionale.
L’uso di LLM per la ricerca informativa cresce tra il 20% e il 30% (BrightEdge 2025)
Le ricerche informazionali (quelle tipiche da blog) sono le più colpite dal calo di CTR.
Emerge un dato inquietante: i bot AI “buoni” scaricano massicciamente immagini e video dai siti, arrivando a generare milioni di visualizzazioni involontarie e consumare banda come se fossero esseri umani.
Nel caso analizzato nel documento, i bot hanno quasi saturato la banda consentita scaricando asset video per training o indexing.
Questo cambia anche la gestione tecnica dei siti: non stiamo solo perdendo traffico, stiamo pagando di più per alimentare le AI.
Come si sopravvive? GEO, contenuti strutturati e strategia “AI-first”.
Per essere citati dalle AI non basta “scrivere articoli”.
Serve costruire contenuti per come ragiona un modello generativo:
1. Struttura i contenuti in modo leggibile dai modelli
Tabelle comparative, dati, pro/contro, FAQ: tutto ciò che un LLM può estrarre facilmente.
2. Usa dati verificabili (statistiche, numeri, fonti)
Aggiungere statistiche aumenta del 30–40% la probabilità di citazione come fonte autorevole.
3. Investi in earned media
Le AI premiano le fonti considerate “terze”: PR, recensioni, interviste, menzioni.
4. Adotta un approccio “AI-specific”
Ogni motore generativo ha regole proprie: ChatGPT preferisce contenuti in stile FAQ, Perplexity valorizza le citazioni, Google AI Overview punta su contenuti molto strutturati.
5. Difendi le citazioni
Serve monitorare costantemente come le AI “parlano” del brand, verificare errori, allucinazioni, bias e intervenire con contenuti correttivi.
Non basta più fare SEO, bisogna diventare la fonte preferita delle intelligenze artificiali.
